LA NOSTRA STORIA
Curata nel progetto dall’architetto Nicolò Drioli e nella costruzione dall’Impresa Martelanz (ditta che tra le sue costruzioni annovera altri lavori di notevole importanza, quali le fondamenta dei palazzi di Banca d’America e d’Italia, i magazzini dei cantieri di San Marco, nonché numerose ville in stile eclettico nel rione Barcola), la struttura presenta ancora oggi uno stile di attardato eclettismo con elementi proto-razionalistici.
L’edificio originario era costituito dalla parte centrale, che ospitava le camere da letto, e dalla torretta belvedere alta 12 metri (dove oggi si colloca una delle nostre stanze). Al piano terra, nella parte più sporgente dell’edificio vi erano soggiorno e cucina.
Come tipico delle ville ottocentesche del rione di Barcola, la Villa Tergeste non è sul livello della strada, si erge bensì a quattro, cinque metri rispetto al sottostante Viale Miramare. Con il passare del tempo la struttura subì diverse modifiche rispetto al progetto originale, mantenendo tuttavia quel gusto e storicità di matrice ottocentesca che la caratterizza.
A due passi dal castello di Miramare...
Negli anni ’50, grazie anche all’interessamento personale del noto imprenditore triestino Hausbrandt (famoso nel settore del caffè), la Villa Kozmann diventa per la prima volta Ostello della gioventù, subendo dunque ampliamenti per ottimizzare la capacità ricettiva e nuove modifiche, come la costruzione di una nuova ala sul lato destro dell’edificio e la demolizione del seminterrato. La realizzazione di questi cambiamenti fu affidata all’architetto Pietro Vascotto.
L’Ostello Tergeste fu, inoltre, il primo ostello in Italia a divenire parte dell’Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù (A.I.G.). Dal 1959 in poi, diversi interventi hanno interessato l’edificio, sia esternamente che internamente. Nonostante ciò, almeno esternamente, la Villa mantiene ad oggi il caratteristico aspetto di dimora residenziale della borghesia triestina del primo Novecento.
Questo luogo garantisce ai suoi ospiti un soggiorno di ampio respiro culturale e all’insegna della tranquillità.
